"Dal canto suo Michele Gamba guida un’esecuzione incisiva, la sua migliore tra quelle scaligere. Sceglie giustamente un suono secco, come se venissero utilizzati strumenti originali d’epoca; libera Cherubini da ogni vibrato tardo-romantico; restituisce alla Sinfonia un che di impellente, di inesorabile. E su questa impostazione conduce tutta Médée, pur non disdegnando le oasi liriche dell’introduzione, o del rito che chiude en coulisse il II Atto. Sospinge i cantanti e li conduce ad onorare una vocalità non priva di una sua rotondità ma sempre tesa al punto di rottura."

(Giancarlo Landini, l'opera)

"Convince pienamente la direzione di Michele Gamba nel trovare un giusto raccordo nell’ambigua natura di una partitura sospesa tra passato e futuro. Nella visione di Gamba a prevalere e senz’altro quest’ultimo con una predilezione per colori vividi e ritmi marcati che esaltano il sapore già quasi beethoveniano di tanti momenti – soprattutto nel III atto – ma capace anche di classica eleganza nei momenti più lirici e manierati. Gamba rende con precisione il colore espressivo dei singoli momenti, la ricchezza della scrittura cherubiniana capace di far sentire nello strumentale, forse ancor più che nel canto, le lacerazioni dei personaggi. Come sempre inappuntabili le prove del coro e dell’orchestra scaligera."

(Giordano Cavagnino, GbOpera)